domenica 27 febbraio 2011

timide emozioni

è un attimo. il rumore dei freni quasi precede i corpi che vengono sobbalzati. imprecazioni verso l'inesperto macchinista della metro che in quel momento ha fatto rivivere nella testa dei passeggeri dolorose immagini televisive di incidenti o peggio di attentati.

nelle imprecazioni c'è un'immagine che stona.
un sorriso, la pelle del viso arrossata e lei che scusandosi si affretta a lasciare la presa dal braccio di lui su cui si era rifugiata colta dalla paura.
si guardano fissi negli occhi, il tempo di un paio di fermate, senza parlare, senza distogliere lo sguardo.
il treno si ferma nuovamente, le porte si aprono.
molte persone si alzano e velocemente abbandonano il treno prima di lasciare spazio a nuovi utenti.
anche loro due lo fanno, si allontanano e lei lo fa prendendo lui per mano. salgono le varie scale e si fermano nel primo bar della stazione. si siedono ad un tavolino avvicinando le due sedie, finalmente si presentano. ancora si guardano negli occhi e si scambiano un lungo bacio, con passione.

un annuncio li interrompe, lui prende velocemente una penna, scrive il suo numero su un tovagliolo e corre via.
lei ora è li sola. guarda il tovagliolo e lo ripone nel taschino interno della sua borsa nuova. sorride al mondo, il mondo sembra sorridere a lei. si alza e si avvia emozionata sull'autobus che la porterà a lavoro.
nel momento in cui scenderà, una mano veloce le ruberà la borsa e la farà cadere a terra.

lei sognerà spesso di incontrarlo di nuovo, lui aspetterà una telefonata che non arriverà mai.
dopo qualche anno lei avrà un figlio a cui darà il nome di lui. lui rimarrà in attesa nella speranza di ritrovarla...

Nessun commento:

Posta un commento